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domenica 21 gennaio 2018

Il sepolcro degli Orazi e dei Curiazi ad Albano

Il sepolcro degli Orazi e dei Curiazi ad Albano

Lato nord

Venendo da Roma, il cosiddetto sepolcro degli Orazi e dei Curiazi (1) si trova sulla destra della via Appia, all'altezza del XV miglio, appena superato l'abitato di Albano.

Lato NE
 
Su un parallelepipedo a pianta quadrata (m.15 di lato e 7.50 di altezza) svettavano ai quattro angoli altrettanti torrioni a forma di tronco di cono (ne rimangono in piedi solo due), a cui doveva aggiungersene un quinto (più alto) che si ergeva in posizione centrale su un ampio tamburo circolare. Il podio presenta in basso uno zoccolo modanato ed in alto una cornice a dentelli.
La muratura è in conglomerato cementizio (scaglie di peperino legate con malta) rivestito da blocchi squadrati di peperino.
La camera funeraria si trovava all'interno del torrione centrale, la cui entrata era sul lato sud dell'edificio (quindi non prospettava sull'Appia).

Particolari della modanatura dello zoccolo e della cornice a dentelli

L'attribuzione del sepolcro agli Orazi e Curiazi cominciò a circolare nel XVI secolo (2), tanto che i Savelli fecero apporre sul lato settentrionale dell'edificio una lapide che connotava il monumento in questo senso (3).
Nondimeno, le tecniche edilizie impiegate fanno escludere una datazione all'età arcaica collocandolo piuttosto versò la metà del I sec. a.C.
Secondo alcuni autori potrebbe trattarsi del mausoleo edificato in onore di Pompeo Magno, le cui ceneri furono fatte traslare ad Albano, dove la famiglia aveva ampi possedimenti, dalla vedova Cornelia.
Secondo altra ipotesi, si tratterebbe invece della ricostruzione della tomba del condottiero etrusco Arunte – il figlio del re Porsenna che cadde combattendo contro la Lega latina sotto le mura di Ariccia (507-506 a.C.) - fatta realizzare dalla famiglia aricina degli Azzii che riteneva di discenderne. Quest'ultima ipotesi trova conforto nelle similitudini che l'edificio presenta con la tomba di Porsenna a Chiusi come appare nella descrizione lasciataci da Plinio: Il re venne sepolto presso la città di Chiusi, in un luogo in cui ha lasciato un monumento di forma quadrata fatto di blocchi di pietra squadrati: ogni lato è lungo trecento piedi ed alto cinquanta (…). Al di sopra di questa base quadrata si elevano cinque piramidi, quattro agli angoli e una centrale, che sono larghe alla base settantacinque piedi ed alte centocinquanta; come coronamento hanno sulla punta un disco di bronzo e un unico baldacchino ricurvo che si sovrappone a tutte e cinque e a cui stanno appese, rette da catene, delle campanelle (Plinio, Storia naturale, XXXVI, 19).

G.B. Piranesi, Sepolcro dei tre fratelli Curazj in Albano
da Antichità di Albano e di Castelgandolfo, Roma 1764
 
Nel 1812, Giuseppe Valadier, ricevette da Antonio Canova, in qualità di presidente dell'Accademia di San Luca, l'incarico di restaurare il monumento che versava in condizioni di degrado. I lavori iniziarono però soltanto nel 1828 e terminarono circa dieci anni dopo.

Il monumento (lato sud) come appariva in una fotografi del 1865,
poco dopo il restauro del Valadier


Note:
 
(1) Per la descrizione del duello degli Orazi e dei Curiazi vedi scheda La via Appia: i tumuli degli Orazi edei Curiazi.

(2) Il primo a parlarne è Leandro Alberti nel suo Descrittione di tutta Italia (1550)

(3) La lapide venne rimossa alla fine del XVIII secolo e trasferita nella vicina chiesa della Madonna della Stella.



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