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lunedì 1 maggio 2017

Alessio Ducas Filantropeno

Alessio Ducas Filantropeno


Alessio Ducas Filantropeno è' il primo membro noto della famiglia dei Filantropeni. Compare per la prima volta nelle fonti nel 1255 come comandante del thema di Ocrida (l'attuale Ohrid in Macedonia) durante le guerre intraprese dall'imperatore niceno Teodoro II Laskaris contro i Bulgari.
Agli inizi degli anni '60 fu nominato protostrator (1) ma, giacchè il mega doux (il comandante in capo della flotta), Michele Laskaris (2), era avanti negli anni e infermo, Filantropeno esercitava il comando de facto e fu nominato a sua volta mega doux dopo la morte di Michele Laskaris (3).
Dopo la riconquista di Costantinopoli, a capo della ricostituita flotta imperiale, viene inviato in Egeo e incaricato di compiere raid e incursioni contro i possedimenti latini da cui partivano le incursioni piratesche. In particolare occupò la città di Oreas (Rio), capitale del terziere settentrionale dell'isola di Eubea (4) dove si trovavano le basi dei corsari latini.
Nel 1270 fu probabilmente al comando del corpo di spedizione che Michele VIII inviò a presidiare l'area di Monemvasia e successivamente appoggiò l'azione del rinnegato latino Licario, fattosi vassallo dell'imperatore, volta alla conquista dell'intera isola di Eubea.

 
Battaglia di Demetriade: agli inizi del 1273, la squadra navale bizantina al comando di Filantropeno si trovava all'ancora nel porto di Demetriade, nei pressi dell'attuale città di Volos, per appoggiare le operazioni dirette dal fratello di Michele VIII Paleologo, il despota Giovanni, contro il signore della Tessaglia, il figlio illegittimo del despota d'Epiro Michele II, Giovanni I Ducas.
Sulla terraferma Giovanni Paleologo venne sonoramente sconfitto a Neopatras dalle forze combinate di Giovanni Ducas e del duca di Atene Giovanni I de la Roche, così i vassalli veneziani delle isole dell'Egeo (5) misero insieme una flotta, rafforzata da vascelli lombardi e cretesi, e postala agli ordini dell'ammiraglio veneziano Filippo Sanudo e del triarca di Negroponte (6) Giberto II da Verona, attaccarono la flotta bizantina nel porto di Demetriade.
Nonostante l'inferiorità numerica, i latini stavano per avere il sopravvento quando arrivarono sul teatro dello scontro le truppe di Giovanni Paleologo che, informato dell'imminente attacco alla flotta mentre si stava ritirando da Neopatras, con una marcia forzata aveva coperto nella notte una distanza di 40 miglia.
I soldati furono traghettati a bordo delle navi con piccole imbarcazioni e rovesciarono le sorti della battaglia. Al calar della sera tutte le navi nemiche eccetto due erano state catturate o messe fuori combattimento ed i latini avevano subito forti perdite umane. L'ammiraglio Filippo Sanudo fu preso prigioniero insieme a molti altri esponenti della nobiltà locale. Lo stesso Alessio Filantropeno fu comunque gravemente ferito durante la battaglia.

Da una moglie di cui non si conosce il nome ebbe una figlia che sposò il megas domestikos Michele Tarchaniote. Morì probabilmente nel 1275.

Note:
(1) Questo titolo compare per la prima volta nel 712 e significa letteralmente "primo degli stratores (stallieri)". Il Klētorologion (899) lo colloca al 48° posto, tra i 60 titoli ufficiali di palazzo. Successivamente acquisì una maggiore importanza e Niceta Coniata (1200) lo equipara al titolo occidentale di maresciallo. Nel De officialibus palatii Costantinopolitani et de officiis magnae ecclesiae di Pseudo-Codino (XV secolo) è collocato all'8° posto dei titoli di palazzo e poteva esssere conferito a più persone. Il titolo rimase in uso fino alla fine dell'impero e fu spesso conferito a comandanti militari.
(2) Si tratta di uno dei sei fratelli di Teodoro I Laskaris, il primo imperatore niceno.
(3) Non è ben chiara la data di morte di Michele Laskaris. Da un documento appare ancora vivo – e qundi in carica come mega doux – nel 1263.
(4) Per la suddivisione in terzieri dell'isola di Eubea vedi scheda Il Ducato dell'Arcipelago nota 1
(5) La madrepatria, viceversa, almeno in apparenza, si mantenne neutrale.
(6) Vedi nota 3.

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