Visualizzazioni totali

lunedì 3 ottobre 2016

Corone

Corone

Il tratto nordorientale delle mura. Al centro l'ingresso principale e a sinistra il torrione di NE.

Coronis, l'antico nome della città, significa "corvo" e pare sia dovuto al rinvenimento di una statuetta di bronzo raffigurante l'animale durante la fondazione della città.
Nell'antichità era un piccolo fortilizio (è comunque menzionata da Omero come una delle sette città offerte da Agamennone ad Achille per placarne l'ira), divenne una postazione militare di qualche importanza sotto i Bizantini.
Fu conquistata dai Franchi nel corso della Quarta Crociata ed entrò a far parte dei domini di Guglielmo di Champlitte (1205), nel 1209 con il Trattato di Sapienza il suo successore, Goffredo I di Villehardouin, cedette la fortezza ai Veneziani; la cessione fu più tardi confermata dall'Imperatore Michele VII Paleologo. Sotto il dominio della Serenissima divenne, insieme al vicino porto di Modone con il quale formava un'unica unità militare e amministrativa, una delle più importanti roccaforti veneziane in Egeo (1).
Tra il 1292 e il 1294 il castellano (2) Guido da Canal s'impegnò nella ricostruzione generale del castello bizantino facendo largo uso di materiali di spoglio.
Ulteriormente fortificata dai Veneziani negli anni Sessanta del Quattrocento, venne conquistata dai Turchi nel 1500.
Nel 1532, Andrea Doria, agli ordini di Carlo V riuscì ad espugnare la città e a respingere la flotta ottomana inviata da Solimano nella primavera del 1533 per riprenderla. L'anno seguente, assediata da terra dagli ottomani, la guarnigione spagnola fu però costretta a capitolare.
Nel 1685, durante la guerra di Morea (1684-1699), fu la prima città ad essere assediata dalle forze del Morosini (25 giugno 1685) a cui si arrese il 7 di luglio.
Posto l'assedio i veneziani furono contrassediati dai rinforzi inviati dai turchi a sostegno del presidio. Morosini decise di attaccare e i veneziani poterono mostrare ai difensori più di cento teste di nemici uccisi sulle loro picche. Visto sbaragliato anche un secondo contingente di rinforzo, la guarnigione ottomana finalmente si arrese.
Nel 1715 fu ripresa dagli ottomani, nelle cui mani rimase fino al 1828 quando fu liberata nel corso della guerra d'indipendenza greca (1821-1832) dal corpo di spedizione anglo-francese del generale Maison.

Torre Resalto

Nel 1824 gli insorti avevano provato a conquistare la fortezza scalando una torre sul suo fianco meridionale. Probabilmente pensavano di sorprendere la guarnigione turca, ma il piano fallì e quasi tutti gli assalitori perirono: la torre è oggi chiamata Resalto (forse perchè i corpi dei Greci "saltarono" giù) e culmina con una cappella costruita in memoria dei caduti.

F.Coronelli, Pianta delle fortificazioni di Corone, 1685
 
La fortezza sorge sul Capo Livadia ed ha una forma irregolarmente quadrata. L'ingresso principale si trova sul lato settentrionale e si apre in una larga costruzione a pianta quadrata con un arco a sesto acuto sormontato da un altro a sesto ribassato che corrisponde al locale dove prendeva posto il corpo di guardia.

L'ingresso principale visto dall'interno della fortezza

Nell'epoca d'oro dell'occupazione veneziana questa porta era fiancheggiata su ambo i lati da colonne e l'arco d'ingresso era sormontato da un leone di San Marco. A ridosso della porta si apriva una corte interna che, con l'andar degli anni, venne progressivamente riempita da piccole case. La cittadella, separata dal resto della fortezza da un muro interno, occupava la parte occidentale mentre il tratto nordoccidentale delle mura è quello più antico, di epoca bizantina. Alla cittadella (attualmente non accessibile) si accede attraverso un ingresso sormontato da un arco mentre sulla sua punta più occidentale si trovano le fortificazioni più recenti ricostruite dai veneziani nel 1685.

Il sistema bastionato formato dai due torrioni più meridionali del versante orientale delle mura.

Il versante orientale delle mura, che taglia il promontorio lungo una linea perpendicolare nord-sud, era rinforzato da quattro massicci torrioni circolari, molto probabilmente realizzati durante la dominazione ottomana. I due torrioni più meridionali erano inoltre legati da due cortine murarie che racchiudevano un terrazzamento per le artiglierie e sopravanzati da un fossato.

 
Agios Charalambos: si trova grosso modo al centro della fortezza - di fronte alla chiesa di Agia Sophia che è trattata in una scheda a parte - e risale agli inizi del secondo periodo di occupazione veneziana (1685-1715). Presenta una pianta a navata unica ed una copertura lignea. Era originriamente dedicata a san Rocco. Durante la seconda occupazione ottomana fu convertita in moschea come testimoniato dal moncone del minareto (su cui venne successivamente eretto il campanile) addossato alla facciata occidentale.
 
L'iconostasi in muratura
 
Ridedicata a San Caralampo (3) dopo la liberazione e convertita al culto ortodosso è stata gravemente danneggiata da un incendio nel 2012.

Note:

(1) Per la loro importanza strategica le due città vennero definite Venetiarum ocellae (gli occhi di Venezia).
(2) Castellano era il titolo con cui veniva designato il governatore militare di una fortezza nell'amministrazione dello Stato da Mar veneziano. Nel periodo 1685-1715 Corone verrà invece posta sotto il controllo di un Provveditore
(3) San Caralampo, vescovo di Magnesia in Tessaglia, fu martirizzato sotto Settimio Severo (193-211).




Nessun commento:

Posta un commento