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domenica 28 agosto 2016

Monastero di Isova

Monastero di Isova

Facciata occidentale

Procedendo dal villaggio di Trypiti verso Palatakia nella valle dell'Alfeo si incontrano le rovine del monastero di Isova. Fondato nel 1225 da monaci cistercensi stabilitisi nel Peloponneso durante il dominio latino, fu incendiato dall'esercito bizantino circa 40 anni dopo la sua fondazione (1).
 
 
La chiesa, molto probabilmente dedicata a Nostra Signora, presenta una pianta a navata unica e, come nel caso di Santa Sofia di Andravida, la navata era ricoperta da un tetto di legno a capriate mentre le volte a crociera ricoprivano il coro poligonale illuminato da finestre e rinforzato all'esterno in corrispondenza degli angoli da speroni rettangolari. L'ampia facciata occidentale è traforata da tre finestre gotiche. Alte finestre gotiche si aprivano anche lungo la navata.
 
Le finestre gotiche del lato settentrionale
 
Sull'angolo esterno sudoccidentale si trova l'unico elemento scultoreo superstite (una gargoyle).
 
Gargoyle
 
La chiesa aveva molto probabilmente un ingresso sul lato meridionale e due su quello settentrionale mentre il chiostro era addossato al lato meridionale.

L'ingresso sul lato meridionale
 
Di difficile interpretazione il muro che attraversa trasversalmente la nave – in cui sono incorporati, forse per migliorare l'acustica, dei vasi di ceramica (particolare che rende improbabile la sua costruzione ad opera di pastori in un epoca molto successiva alla distruzione del monastero come vorrebbe la tradizione locale) - che potrebbe avere una funzione nel contesto di un monastero femminile per separare le monache di clausura dai celebranti (dovrebbero però esserci delle aperture attraverso le quali le monache potevano ricevere la Comunione).

Interno. In primo piano il muro che taglia perpendicolarmente la navata
 
Nel complesso la chiesa monastica presenta fattezze squisitamente gotiche apparentemente senza traccia di influenze bizantine.

Chiesa di San Nicola. Facciata absidale
 
Chiesa di San Nicola: la piccola chiesa dedicata a San Nicola che si trova nelle immediate vicinanze risale ad un'epoca successiva alla distruzione del Monastero e presenta una pianta a tre navate con abside centrale semicircolare e aggettante mentre le due absidiole che lo fiancheggiano sono contenute nello spessore della muratura.
All'interno, ai lati dell'abside centrale, si notano due mensole su cui s'impostavano gli archi che sostenevano la volta.

 
Le colonne che partivano lo spazio interno in tre navate culminavano con capitelli gotici mentre gli scavi hanno riportato alla luce un pavimento ad opus sectile.

 
Capitello a crochet proveniente dalla chiesa di San Nicola
Museo di Chlemoutsi
 
Note:
 
(1) Il monastero fu probabilmente incendiato nel 1263 dall'esercito di Costantino Paleologo, fratellastro di Michele VIII, che marciava su Andravida risalendo il corso dell'Alfeo prima di essere sconfitto dai Latini nella battaglia di Prinitza nei pressi dell'antica Olimpia (cfr. scheda Alessio Philes).
 
 
 
 
 

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