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mercoledì 13 agosto 2014

La colonia romana di Venusia, Venosa

La colonia romana di Venusia


Il complesso termale
 
 
In prossimità dell'ingresso attuale alle rovine dell'antica colonia romana di Venusia, fondata nel 291 a. C. dal console L.Postumio Megello, si trova un vasto complesso termale.
Il complesso è costituito da una serie di ambienti allineati lungo la strada basolata.
Dall'ingresso a SO (A) si accede ad un locale probabilmente adibito a spogliatoio e da qui al Frigidarium (B) decorato da un mosaico raffigurante animali marini e provvisto di una vasca semicircolare.

Frigidarium (B)
 
 
Un passaggio (oggi non più visibile) metteva in comunicazione con i vani riscaldati, il primo dei quali, il Tepidarium (D), mostra ancora nello spessore della muratura i tubi di terracotta attraverso cui scorreva l'aria calda proveniente dai forni (E). Analogo sistema era utilizzato per il Laconicum (F), l'ambiente per la sauna, e per il Calidarium (G).
La prima realizzazione sicuramente termale del complesso è riconducibile al I secolo, le fasi successive ne conservano l'impostazione generale e la distribuzione funzionale degli ambienti, limitandosi ad interventi di consolidamento strutturale fino al suo abbandono nel IV secolo circa.


La basilica esterna

Tra il V ed il VI secolo d. C., la zona nord-orientale dell'area archeologica fu interessata dalla costruzione di un vasto complesso religioso. Nella parte meridionale di quest'area – oggi praticamente a ridosso dell' Incompiuta - venne costruito un primo edificio ecclesiastico, la cosiddetta basilica esterna, da identificare con un battistero, dalla planimetria ancora poco chiara a causa dei restauri eseguiti negli anni ’60, che hanno portato alla medesima quota sia le murature preesistenti d’età romana, sia quelle della costruzione paleocristiana.


L’edificio si compone di una struttura trilobata, la quale costituisce la terminazione di un supposto impianto basilicale mononave; la basilica era dotata di una pavimentazione musiva, e presentava, al centro della trichora, una vasca battesimale esagonale provvista di canaletta di deflusso, databile tra la fine del V e gli inizi del VI sec. e riconducibile al vescovado di Stefano (498-502).

La vasca battesimale esagonale
 
Questa prima sistemazione subisce una modifica nella planimetria nella seconda metà del VI sec.(fase II), in concomitanza con i lavori di costruzione della cosiddetta chiesa vecchia, i cui resti si trovano oggi al di sotto della chiesa della Trinità, con la realizzazione di un deambulatorio attorno alla trichora e di due navate laterali.
Un’ulteriore fase costruttiva (fase III), registra invece la posa in opera di nuovi pavimenti musivi e la costruzione di una seconda vasca battesimale cruciforme.
 
La vasca battesimale cruciforme
 
Connessi con l’edificio appaiono essere alcuni ambienti limitrofi: ad ovest sono leggibili due vani rettangolari, intercomunicanti, in uno dei quali si è conservata quasi completamente la decorazione musiva pavimentale, recante motivi geometrici e floreali.
 
Pavimento del vano ad ovest della basilica
 
La presenza della pavimentazione musiva farebbe pensare ad una funzione connessa con le attività liturgiche svolte nel battistero, ancora in uso quindi alla fine del VI secolo. A nord dell'edificio si trovano altri due ambienti rettangolari – il più settentrionale dei quali conserva una pavimentazione musiva con motivi analoghi a quelli del pavimento paleocristiano della chiesa vecchia – la cui relazione con la basilica esterna non è chiara.
 
Tra i vari frammenti provenienti dallo scavo della basilica esterna (oggi raccolti nella Foresteria della Trinità) di particolare interesse sono due lastre pluteali di marmo bianco con motivi decorativi del tutto simili a quelle riutilizzate nel portale del Magister Palmerius (1287).


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