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venerdì 3 gennaio 2014

Porta Montanara e Porta Galliana, Rimini

Porta Montanara

 
La costruzione della Porta Montanara - detta anche in epoca medioevale Porta di Sant'Andrea dal nome di una chiesa che sorgeva nelle sue vicinanze - risale al I secolo a.C. e si inserisce in un organico programma di riassetto del sistema difensivo cittadino, attribuito a Silla. La porta rientrerebbe nell’ambito delle ricostruzioni che seguirono alle rappresaglie nei confronti della città, schieratasi dalla parte dei populares di Mario nel corso delle guerre civili (87-82 a.C.)
Indagini archeologiche hanno appurato l’esistenza di un’ampia corte di guardia con una controporta interna, a conferma della complessità del sistema difensivo.

 
L’arco a tutto sesto attualmente visibile costituiva una delle due aperture della porta che consentiva l’accesso alla città per chi proveniva dai colli lungo la via aretina (da cui il nome di Porta Montanara), percorrendo la valle del Marecchia. Il doppio fornice agevolava la viabilità, incanalando in passaggi paralleli, il percorso in uscita da Rimini, attraverso il cardo massimo, e quello in entrata.
Strutturalmente, la porta era costituita da blocchi di arenaria squadrati regolarmente di colorazione giallastra. Originariamente era formata da due fornici speculari costituiti da un doppio giro di cunei di 3,45 metri di larghezza e 5,90 di altezza. I piloni laterali raggiungevano una larghezza di 2,60 metri e quello centrale un metro in meno dei corpi più esterni. Il complesso monumentale aveva una profondità di 2,20 metri e raggiungeva una larghezza massima complessiva di 12 metri e mezzo.
Forse già sotto il regno di Antonino Pio (138-161), a causa dell’innalzarsi del piano stradale, il fornice di sinistra fu chiuso e l’arcata dell’altro fornice rialzata.
La porta, così ridimensionata ad un solo fornice e successivamente raccordata alle abitazioni limitrofe (il complesso fortificato delle Case Rosse dei Malatesta prima, poi Palazzo Graziani), continuò a segnare l’ingresso alla città fino alla seconda guerra mondiale nel corso della quale fu gravemente danneggiata.

 
Al termine del conflitto, nella convulsa fase ricostruttiva, il monumento fu distrutto nella parte rimasta in vista per tanti secoli, mentre fu recuperata la parte inglobata nelle murature delle case adiacenti.
L’arco venne inizialmente rimontato a fianco del Tempio Malatestiano, prima di essere ricomposto, nel 2004, circa 40 metri a sud della sua collocazione originaria.
 
 
Porta Galliana
 
 
La Porta Galliana (popolarmente nota come Arco di Francesca) fa parte della cinta muraria duecentesca, e deriva il suo nome dal fatto di sorgere in quella che al tempo era un proprietà della famiglia Galliani. Interrata per la gran parte, si riconosce la cuspide dell'arco a sesto acuto, in pietra, frutto di lavori di restauro e abbellimento voluti da Sigismondo Pandolfo Malatesta. Dal bassorilievo di Agostino di Duccio (databile tra il 1449 ed il 1455) nella cappella dei Pianeti nel Tempio Malatestiano possiamo desumere come si presentasse all'epoca la porta.
 
 
Presto tuttavia la struttura decadde a favore di altre porte oggi a loro volta scomparse, e subì un degrado che la ridusse all'interramento e, in seguito, ad ospitare all'interno del varco un condotto fognario risalente probabilmente al XVII secolo.




 

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