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giovedì 2 gennaio 2014

L'Arco di Augusto, Rimini

L'Arco di Augusto

Fronte esterno
 
L’ Arco di Augusto segna l'ingresso alla città ed il termine della via Flaminia tracciata dal console Flaminio nel 220 a.C. per collegare Roma a Rimini.
Eretto nel 27 a.C. come porta onoraria, esprimeva la volontà del Senato di celebrare la figura di Ottaviano Augusto e la sua munificenza per aver restaurato a proprie spese la via Flaminia, così come manifestato dall'epigrafe in lettere dorate una volta posta sopra l'arcata (attualmente molto danneggiata).

Resti dell'epigrafe sul fronte esterno

Il monumento si inseriva nella cinta muraria più antica - della quale, ai suoi lati, sono visibili i resti, in blocchi di pietra locale – sostituendo la Porta Romana di età repubblicana che venne demolita, spianata e ricoperta da una colata di 3 metri di calcestruzzo .

 
L'arco si presenta oggi isolato, a seguito dell'intervento di demolizione dei corpi adiacenti eseguito nel 1937. La costruzione originaria - in muratura a sacco rivestita da pietra d’Istria - era invece inglobata tra due torri poligonali di cui rimangono poche tracce e sormontata da un attico che doveva completarsi con una statua marmorea dell'imperatore alla guida di una quadriga (1). Il netto sviluppo verticale dell'arco (17,50 m. di altezza contro c.ca 15 di larghezza e 4 di profondità) è spiegabile con la necessità di inserirlo all'interno di una struttura (mura e torri) preesistente.
L'arco è inquadrato da coppie di colonne corinzie sormontate da un frontone triangolare: la sommità, forse crollata per i terremoti, venne orlata da una merlatura in epoca medioevale (X sec) a formare un camminamento di ronda.

Fronte interno
 
L'architettura è esaltata da un ricco apparato decorativo carico di significati politici e propagandistici: un'apertura talmente ampia da non poter essere chiusa da porte, ricordava la pace raggiunta dopo un lungo periodo di guerre civili (2); Le divinità rappresentate nei 4 clipei ai lati dell'arco esaltavano la grandezza di Roma e la potenza di Augusto: nel lato esterno Giove, con il fascio di folgori, espressione del potere imperiale, e Apollo, protettore di Augusto e della sua famiglia, con la cetra e il corvo, simboli del suo legame con la musica e della sua facoltà di parlare attraverso gli oracoli; verso la città Nettuno, con il tridente e il delfino, e Roma, con la spada e il trofeo, immagini del dominio sui mari e sulla terra. Mentre la testa di bue scolpita nel cuneo di chiave dell'arco interno simboleggia lo status di colonia romana della città di Rimini.
 
Nettuno

Note:

(1) Nella collezione Anguissola di Piacenza si trova la testa di un cavallo che si pensa facesse parte della quadriga, la cui presenza è attestata da uno scritto di Cassio Dione.

(2) Quando, in epoca successiva, si rese necessario chiudere l'arco per ragioni difensive, furono erette due porte di fortuna all’interno delle due fronti.











 

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