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venerdì 24 maggio 2013

Porta Asinaria

Porta Asinaria

 
Risale al periodo della costruzione delle mura, edificate tra il 270 e il 273 dall'imperatore Aureliano. Sebbene gli studiosi non siano d'accordo sull'epoca di trasformazione della porta da semplice apertura di terz’ordine ad accesso monumentale, concordano invece sul fatto che molto presto ci si rese conto che l'intera area compresa tra la Porta Metronia e la Prenestina-Labicana (oggi Porta Maggiore) non era sufficientemente sicura. Vennero pertanto erette le torri cilindriche ai lati dell'unico fornice, alte circa 20 metri, ancora perfettamente conservate, e si provvide al rivestimento in travertino tuttora visibile.
In effetti, il restauro curato dallo stesso Aureliano poco dopo l'edificazione del muro, o da Massenzio circa un secolo dopo o ancora all'epoca dell'imperatore Onorio nel 401-402, promosse una porta che era poco più di una posterla al rango di porta vera e propria, come accadde anche per la Pinciana e per la Metronia.
Secondo una versione del XIV secolo pare che nei pressi della porta si trovasse il “foro degli asini”, il mercato in cui gli animali giunti a Roma dalle regioni del sud venivano venduti ai contadini della campagna romana. Non è comunque da escludere, sebbene non vi sia alcuna conferma, che il nome sia derivato, semplicemente, da quello di qualche personaggio di epoca romana, dato che il nome Asinio non era poi così raro.
L'Asinaria è la sola, tra le porte antiche di Roma, ad avere contemporaneamente torri cilindriche affiancate a torri quadrangolari e questo conferma che, come le altre due, era in origine un’apertura di scarsa importanza, posta al centro di due delle torri a base quadrata che componevano la normale architettura del muro.
Il 9 dicembre 536 , Belisario entrò con il suo esercito da questa porta che rappresentava allora il principale accesso meridionale della città. Durante l'assedio di Vitige, l'invito ai Goti (rivelatosi poi una falsa accusa) ad entrare in Roma da questa porta costò a papa Silverio la deposizione dal soglio pontificio (11 marzo 537) per tradimento e collusione con il nemico.
Il 17 dicembre 546 i Goti, guidati da Totila, entrarono in città attraverso questa porta, che trovarono aperta grazie al tradimento di quattro soldati isauri, mettendo a sacco la città e distruggendo, secondo i cronisti dell’epoca, un terzo della cinta muraria, in seguito frettolosamente ricostruita da Belisario quando riprese la città l'anno successivo.
 
Porta Asinaria, lato interno
 
La Porta Asinaria venne definitivamente chiusa nel 1574, contemporaneamente all’apertura della vicina Porta San Giovanni, resa necessaria nell’ambito della ristrutturazione dell’intera area del Laterano per agevolare il traffico da e per il sud d’Italia. A quell’epoca, del resto, la porta Asinaria era divenuta ormai quasi inagibile per il progressivo innalzamento del livello stradale circostante (circa 9 metri) e anche per questo era ormai del tutto inadeguata a sostenere il volume di traffico, sebbene apparisse molto più imponente dell’altra.
L’interramento progressivo ha consentito la conservazione, come è avvenuto anche per la Porta Ostiense, della fortificazione interna, conferendo all’intera struttura l’aspetto di un’opera difensiva autonoma.
 
 

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