Visualizzazioni totali

lunedì 20 maggio 2013

L'obelisco di Antinoo

L'obelisco di Antinoo


Si tratta di un obelisco di granito rosa di poco più di 9 m. di altezza, la cui pietra l'imperatore Adriano (117-138) importò probabilmente dall’Egitto e sulla quale a Roma fece apporre le iscrizioni in geroglifici*. I geroglifici narrano la divinizzazione di Antinoo, il favorito dell'imperatore, dopo la sua improvvisa morte per affogamento nel Nilo (130).
Nei primi geroglifici a partire dalla sommità del lato ovest si legge:

Il dio che qui si trova (Antinoo, rappresentato in alto su questo lato dell’obelisco) riposa in questo luogo che è nascosto nella proprietà del “Signore della Prosperità” (princeps) di Roma (Adriano).

L'obelisco era quindi posto originariamente ad ornare la tomba di Antinoo.
Dal momento che la tomba di Antinoo (Antinoeion) è stata trovata a Villa Adriana a Tivoli, quindi proprio nei giardini di proprietà del principe di Roma, qui doveva essere stato inizialmente collocato anche l’obelisco, in sostituzione della classica lastra tombale, l’epitaffio che con il nome del defunto veniva apposto alla tomba. Il suo posto ideale doveva ovviamente essere al centro del giardino e precisamente all’incrocio che il viale, che dal portale monumentale portava all’esedra, formava con le strade che, diramandosi da esso, conducevano ai due templi.
Pianta dell'Antinoeion, Villa Adriana, Tivoli

La tomba non fu però mai ultimata né molto probabilmente ospitò mai i resti del favorito di Adriano.
Fatto trasportare ed erigere da Eliogabalo (218-222) nella spina del Circo variano, l'obelisco rimase, dopo la distruzione del circo (273-275), semisepolto e rotto in due tronconi fino al 1570, quando lo trovarono e rialzarono i fratelli Saccoccia, come da questa memoria murata in una delle arcate dell'Acquedotto Felice nel tratto in cui scavalca via Ozieri.


Recuperato dai Barberini rimase nel cortile del loro palazzo fino al 1773, quando fu da questi donato a papa Clemente XIV. Rimase quindi nei giardini della Pigna fino al 1822, quando Pio VII lo fece rialzare nella sua attuale posizione sul Pincio.
E' stato l'ultimo degli obelischi romani ad essere innalzato.

Antinoo raffigurato nelle sembianze di Osiride
scultura in marmo, h.241 cm, 131-138
proveniente dagli scavi di Villa Adriana (Tivoli) del 1736
attualmente conservata nel Museo Gregoriano Egizio
 

*La difficoltosa lettura dei geroglifici rende chiaro che non furono eseguiti da scalpellini egiziani ma da maestranze (probabilmente romane) che si sforzarono di usare una scrittura che non conoscevano.









Nessun commento:

Posta un commento