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martedì 28 agosto 2012

Nikopolis


Nikopolis

Le mura occidentali

Fondata da Ottaviano nel 28 a.C. per ricordare la vittoria di Azio (31 a.C).
Nel punto dove era stata alzata la sua tenda l'imperatore fece erigere un monumento che fece decorare con i rostri delle navi nemiche catturate e per commemorare la vittoria istituì i Giochi azii in onore di Apollo azio.
Nel 474 i Vandali misero a ferro e fuoco la città senza la necessità di impiegare macchine d'assedio. Ciò lascia supporre che le cosiddette mura giustinianee furono costruite successivamente, probabilmente tr il 480 e il 510. Il sacco dei Vandali di Genserico ebbe comunque effetti devastanti sulla città e la sua popolazione giacchè la cinta muraria non racchiude che un sesto dell'antica città romana.
Intorno al 555, in accordo a quanto scrive Procopio, Giustiniano rinforzò le mura cittadine e iniziarono i lavori di costruzione della basilica A.
La cinta muraria appare costruita da corsi di cinque filari di mattoni rossi alternati a corsi di pietra irregolare, secondo uno schema già impiegato nelle mura di Costantinopoli ed in cui le fasce in mattoni - oltre che un significato estetico - svolgono la funzione di stabilizzare la muratura in caso di eventi sismici.  
 
 
In età medioevale la città fu progressivamente abbandonata e soppiantata da Preveza.

Basilica A (Basilica di Doumetios, 10)
Dedicata a S.Demetrio, si trova nella parte sudorientale della città bizantina e la sua costruzione fu iniziata dal vescovo Doumetios intorno alla metà del VI sec ed ultimata dal suo successore – anch'egli di nome Doumetios – intorno al terzo quarto del secolo.


Presenta una pianta basilicale a tre navate con un transetto tripartito e preceduta da un atrio porticato. L'asse maggiore della basilica corre parallelo alle mura meridionali. Il nartece, stretto e allungato, comunicava a nord con un annesso diviso in due campate che aveva probabilmente funzioni di battistero e a sud con un ambiente absidato. Ad occidente l'atrio si affacciava con dei propilei sull'antico cardo che conduceva alla Porta bella della città.

La Basilica A inquadrata da ovest

La Porta bella all'estremità dell'antico cardo nelle mura meridionali

L'abside è provvisto di synthronon e, ai lati dell'altare, si trovano due panchine ausiliarie un tempo rivestite di marmo per il clero.

L'abside

I due ambienti collaterali all'abside (pastoforia) e l'ambiente absidato al capo meridionale del nartece conservano quasi integra la ricca pavimentazione musiva.

Prothesis:



il pannello musivo oltre all’iscrizione mostra alberi con frutti, che sono disposti in modo da intervallare cipressi, due faraone poste una di fronte all’altra, mentre anche nel cielo vi sono volatili. La cromia del pannello è molto forte e ad un verde scuro delle chiome si contrappongono colori accesi per i frutti (rosso e giallo). All’esterno di questo pannello vi sono raffigurazioni di onde, rese con spirali, che rappresentano l’oceano. Una fascia decorativa esterna alle onde si presenta con una cromia blu e vi sono raffigurati uccelli, pesci, piante acquatiche. Dall'epigrafe apprendiamo che si tratta di una rappresentazione del mondo voluta dalo stesso vescovo Doumetios.

Diakonikon:


il pannello musivo è composto da un emblema centrale (molto danneggiato) circondato da 16 clipei contenenti raffigurazioni di cacciatori ed animali. Compaiono 8 cacciatori ed 8 animali selvatici (lupi, orsi, iene, gazzelle) e i cacciatori, contrariamente alle altre rappresentazioni contemporanee, sono rappresentati nudi, tranne per la presenza di stivali e di una chlamys: solo i cacciatori contrapposti al lupo e all’orso (lato nord del tappeto musivo) indossano dei pantaloni.

Aula a sud del nartece:


qui la pavimentazione si presenta con uno stile e dei soggetti piu comuni, con una fascia esterna con motivi ad intreccio policromi, mentre all’interno in piccoli riquadri triangolari compaiono degli animali, motivi geometrici e fitomorfi. La parte piu importante del mosaico è quindi il testo epigrafico in cui è citato il vescovo Doumetios I.



Davanti alla basilica, sul lato opposto del cardo, si trovano i resti di una villa di età romana riutilizzata successivamente come palazzo vescovile (episcopium).
Seguendo il declivio della collina, al di sotto dell'episcopium, si trova una costruzione di epoca romana conosciuta localmente come “Vagenia” (dallo slavo varelia=botte). Si tratta infatti di quattro ambienti voltati a botte e comunicanti tra loro. Queste volte servivano da base d'appoggio per una vasta terrazza connessa all'episcopium che si affacciava sul golfo di Arta. L'intero edificio era comunque un complesso che serviva alle necessità del palazzo vescovile.
Al di sotto della Vagenia un ampio muro semicircolare è quanto rimane di una fontana che faceva parte di un ninfeo.

La Vagenia (3) e, più in basso, il muro semicircolare (7)

Le mura meridionali (esterno) sono intervallate da una serie di 12 torri di forma diversa.

La porta occidentale (Arapoporta) vista dall'interno.
 
Gli archi a ds. e a sn. della porta davano accesso alle torri di guardia che la fiancheggiavano, mentre le finestre quadrate illuminavano la galleria da cui si manovrava la saracinesca che chiudeva la porta.
1. Arcate cieche che sostengono le scalinate di accesso al camminamento di ronda; 2-3. Ingressi alle torri di guardia; 4. Porta; 5. Finestre della galleria; 6. Ingresso alla galleria. 
 
 
L'Arapoporta vista dall'esterno.
 
Al di fuori della cinta giustinianea si trovano le rovine del monumento augusteo commemorativo della battaglia di Azio (28) e quelle di un teatro (27) e di uno stadio (26) romani.

Rovine del tempio di Augusto


Tempio di Augusto (ricostruzione)













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